Catrame o banane: quel che resta di naufragi e tempeste LONDRA – E arriva un bastimento carico di banane. Gli abitanti di due isolette olandesi dal nome impronunciabile, un centinaio di chilometri a nord della baia di Amsterdam, si sono abituati a trovare un po' di tutto sulla spiaggia: scarpe, borse, giocattoli, per non parlare di generi alimentari. 
Le navi commerciali in coda per entrare nella baia e scaricare le merci in porto, infatti, sono esposte alle frequenti intemperie del mare del Nord: dal ponte cade spesso qualche container, fracassandosi in mare, e la corrente trasporta a riva il contenuto. Mai prima di ora, però, la gelida spiaggia di Terschelling e Ameland, questo il nome dei due isolotti, aveva assunto l'aspetto di un atollo tropicale: con il bagnasciuga letteralmente invaso di banane. È accaduto nei giorni scorsi, quando una "tempesta perfetta" ha attraversato l'Europa nordoccidentale: vento, mareggiate, inondazioni, hanno reso necessaria l'evacuazione di numerose località lungo le coste di Olanda, Belgio, Danimarca e Gran Bretagna.
A Londra, si è temuto perfino che straripasse il Tamigi. Poi, l'allarme è rientrato, e la tempesta ha lasciato solo qualche segno del suo passaggio: come la spiaggia punteggiata di banane provenienti da Cuba. Le banane non sono rimaste a lungo sulla spiaggia. Mentre le autorità discutevano cosa farne (forse recapitarle allo zoo, e darle in pasto agli animali), gli abitanti se le sono portate a casa quasi tutte. È andata meglio a loro che agli abitanti dello stretto di Kerch, all'imboccatura tra il mar Nero e il mare di Azov, fra Russia e Ucraina, dove un'altra tempesta ha affondato cinque navi, inclusa una petroliera: tra carburante, "oro nero" e tonnellate di zolfo, la regione rischia di rimanere gravemente inquinata per 15 anni. A volte il mare in burrasca porta un bastimento carico di veleni. Meglio le banane, seppure col sapore di mare, ossia di sale.

Il Venerdì di Repubblica
23.11.2007
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