Spagna: il ragazzo che sfida le banche Robin Hood a Barcellona In due anni ha truffato 39 banche con 68 spericolate operazioni finanziarie. Il tutto per dimostrare quanto sia ammalato, in Spagna, il sistema del credito. Ha usato poi tutto il denaro, 492.000 euro, per aiutare movimenti e associazioni impegnati nel sociale e per pubblicare giornali gratuiti di denuncia. L’eroe, già soprannominato “Robin Hood de la banca”, si chiama Enric Duran, ha 33 anni ed è nato vicino a Vilanova, sulla costa catalana.
Ha cominciato all’Università di Barcellona, facoltà di Sociologia, partecipando alle iniziative per la cancellazione del debito estero nei Paesi in via di sviluppo e alla campagna contro la Banca mondiale. Poi l’idea di truffare le banche per dimostrare come sia facile accedere al credito anche se non si è in grado di poterlo ripagare. Ha raccontato: “il primo prestito l’ho chiesto con un nome falso per una casa“. Me lo hanno finanziato al 100%.” Da allora, una serie infinita di truffe: Spesso non mi chiedevano nemmeno le garanzie necessarie. Era sufficiente presentarmi in un istituto ben vestito e con una valigetta molto professionale. Oppure mi qualificavo come direttore commerciale di un’azienda a me intestata”. Non bastava, è ovvio, chiedere prestiti: Dovevo simulare di avere delle entrate e così muovevo velocemente i soldi ottenuti da un conto all’altro”. Tra le sue vittime più illustri, istituti come BSCH, Deutsche Bank, Caja Madrid.
Nel settembre dello scorso anno Enric ha svelato pubblicamente le sue azioni stampando e distribuendo gratuitamente un giornale dal titolo “Crisi” in cui ha spiegato la sua filosofia: “La mia truffa è una forma di disobbedienza civile. Quando i finanziamenti al consumo diventano dominanti nella nostra società, che cosa c’è di meglio che rubare a coloro che ci derubano? Occorre condividere il ricavato con chi denuncia e cerca di proporre un’alternativa.”
Dopo l’impresa, ha fatto perdere le proprie tracce, ha lasciato Barcellona e si è rifugiato in qualche angolo dell’America Latina. Ma ha continuato a dare notizie di sé via Internet per spiegare al popolo della Rete che “si può vivere senza capitalismo”.
È tornato in Catalogna lo scorso marzo con un altro giornale “Podem” (Possiamo) e lo ha distribuito all’Università di Barcellona dove ha anche presentato il suo libro dal titolo Aboliamo la banca. È stato arrestato e rischia una pena di dieci anni.
Dal penitenziario catalano di Brians, Duran continua a scrivere per difendere “la possibilità di discutere un nuovo modello di società” ed è diventato un eroe, con tanto di mobilitazione popolare, soprattutto di giovani, a suo favore, e affollatissimi gruppi di sostenitori su Facebook.

L'Espresso
14.05.2009
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